A seguito dell’approvazione del regolamento che disciplina i canoni e i rapporti di utenza nelle case popolari i dirigenti dei servizi patrimonio e enti gestori di alloggi pubblici firmano centinaia di disposizioni di sgombero di case occupate senza titolo e rigettano centinaia di domande di volture per motivi vari tra cui Isee che supera i tetti fissati dalla Regione Campania o che non sono in regola con il pagamento dei canoni di locazione. Nel silenzio di tutti migliaia di nuclei familiari potrebbero essere sfrattati creando allarme sociale. Il nuovo regolamento che disciplina l’accesso e la determinazione dei canoni negli alloggi popolari approvato di recente punisce lavoratori e pensionati che hanno conservato soldi per figli o nipoti, hanno avuto la liquidazione dopo 43 anni di lavoro o preso soldi a seguito di disgrazie. Alcuni esempi. Una signora, mamma di quattro figli perse il marito a seguito di un incidente causato da un pirata di strada. La causa per risarcimento dei danni è durata quattro anni e alla fine un Tribunale ha risarcito questa signora con una cifra pari a 130 mila euro per ogni figlio minore e stessa cifra per lei. Si fa l’Isee ed escono questi soldi e la signora rischia di essere cacciata dalla casa popolare perché ha un Isee alto. Lo stesso dicasi per un’altra signora che a causa di un intervento chirurgico alla spina dorsale è rimasta paralizzata. Fa causa all’ospedale e per i danni gli vengono risarciti 220 mila euro, anche lei fa l’isee e vengono riportati questi soldi ma non che è rimasta paralizzata. Un operaio esce di casa, va a lavoro, subisce sul lavoro un grave incidente e l’Inail gli risarcisce il danno, anche lui fa l’isee e supera il tetto per accedere o rimanere in una casa popolare. Lavoratori che a seguito della pandemia sono in cassa integrazione e impossibilitati a pagare l’affitto, gli enti gestori chiedono isee che prende in considerazione i redditi prodotti nel 2019 tempi lontani dall’esplosione di Covid. Tutto questo per coprire buchi nella gestione delle case popolari e tutelare chi ha costruito disastri. Tutto questi esempi dimostrano che chiedere senza fare distinzione l’Isee nella case popolari può causare altre disuguaglianze e ingiustizie perché i soldi depositati nei conti correnti di anziani o invalidi molto spesso sono posseduti da risparmi, incidenti, lutti. Lo stesso regolamento e le leggi vigenti in materia di recupero delle morosità pregresse danno facoltà e non obbligo agli enti gestori dei comuni di rateizzare le stesse e spesso gli enti gestori chiedono il pagamento della morosità in poche rate. Alla luce delle considerazioni in alto esposte l’Unione Inquilini chiede che venga eliminata l’obbligo della presentazione del modello Isee per la determinazione dei canoni negli alloggi popolari e la conclusione della procedura per l’assegnazione della stessa per voltura o regolarizzazione o in alternativa raddoppiati i limiti di decadenza tenendo in considerazione i drammi e le tragedie vissute dalle famiglie. Che vengono ulteriormente prorogate i termini di presentazione dell’Isee visto che tanti enti gestori solo adesso stanno chiedendo agli utenti la loro presentazione. Che venga ulteriormente prorogati i termini di presentazione delle domande di regolarizzazione dei rapporti locativi visto che tante domande vengono rigettate perché i cittadini non sono in regola con il pagamento dei tributi o con le morosità nel pagamento dei canoni. Che diventa obbligo e non discrezionale il pagamento rateizzato delle morosità pregresse.